Capitolo 11 - Colti di sorpresa
Con molta cura, Kater riprese tutto il materiale lasciato nel negozio di Urahara e iniziò a riportarlo nel bagagliaio della sua auto, cercando di non mescolare i documenti. L'ultima cosa che voleva in quel momento era un sonoro richiamo anche da parte del prete, già in collera con lui per gli eventi successi qualche giorno fa. Dopo un certo lasso di tempo anche Jong diede una mano all'esorcista, mentre il tenente Matsumoto si limitò a seguirlo con gli occhi, rimanendo appoggiata per tutto il tempo ad uno dei pali che sorreggeva la tettoia. Fu subito evidente che per lei quel compito fosse troppo noioso, sbadigliò per ben due volte durante il viavai del monaco. Ma nel giardino di fronte al negozio c'era anche una quarta persona, che senza un apparente motivo era rimasta ad osservare quella scena. Era Orihime, che per tutto il tempo osservò il Kater con aria pensierosa, per via della precedente discussione tra quest'ultimo e il capitano Hitsugaya. Pur accettando le motivazioni del giovane ufficiale, la ragazza era dispiaciuta per come aveva reagito il monaco e non fece nulla per nascondere il suo animo così sensibile. Quando il Kater finì di portare anche gli ultimi documenti in macchina, la sua attenzione cadde subito su Orihime, che nel frattempo gli venne incontro. «Tutto a posto?» chiese con voce pacata. L'esorcista rimase così sorpreso da quella domanda che sbatté le palpebre per un paio di volte. «Sì, certamente!» esclamò. «Tutto quello che c'era da prendere è stato preso!» «No, non mi riferivo ai documenti, ma a lei. Dopo aver parlato col capitano Hitsugaya, sembrava veramente demoralizzato...» «Ah, quello! Tutto passato!» la tranquillizzò l'esorcista. «E' solo che non accetto la decisione del vostro giovane amico. Capitemi, io non posso rimanere fermo, in un angolo, ad aspettare il mio turno... è più forte di me! Sono un uomo d'azione, dopotutto!» «Infatti non sta mai fermo, neanche quando si tratta di tempo libero» specificò Jong. «Corsa, nuoto, calcio... certe volte è fin troppo attivo!» «Oooh!» esclamò Matsumoto, intervenendo nella conversazione. «Io adoro gli uomini che prendono l'iniziativa!» Davanti a quell'affermazione, il Kater si sentì quasi onorato dalle parole del tenente, ma fu subito messo in guardia dal suo assistente cinese. Quest'ultimo, dopo aver afferrato il saio per parlargli all'orecchio, lo avvisò che per tutto il tempo la spadaccina lo aveva osservato con occhi molto interessanti, fin troppo per i suoi gusti. Il monaco, che non si era per nulla accorto di tutto ciò, rimase stupito da quell'avviso e solo in quel momento capì che la frase della Matsumoto aveva l'aria di essere un po' ambigua. Il tenente, notando lo sguardo un po' perplesso dell'esorcista, si lasciò scappare ad un piccolo sorriso, riuscendo finalmente a rompere quella monotonia che si era creata dopo la partenza del capitano. Ma quel momento di ilarità fu di breve durata, perché di colpo Matsumoto cambiò espressione e iniziò a fissare un punto alle spalle del monaco. I suoi occhi argentei aveva intravisto qualcosa muoversi all'esterno della cancellata di legno e immediatamente fece un urlo che attirò l'attenzione dei presenti. Come predetto dallo shinigami, all'improvviso una potente fonte di energia spirituale fece la sua apparizione da quelle parti, mettendo a disagio in particolar modo il Kater e Orihime. Senza alcuna fretta, il misterioso essere apparve poco dentro il giardino di Urahara, in una posizione leggermente defilata rispetto al gruppo. Era tutto vestito di bianco, come lo era il precedente arrancar, ma a differenza di quest'ultimo aveva la giacca aperta, dove si vedeva chiaramente il tipico foro presente nel corpo degli Hollow, all'altezza dell'addome. L'aspetto del nuovo arrivato era quello di un adolescente, più o meno coetaneo di Orihime, di corporatura magra e snella, alto all'incirca un metro e settanta. Ciò che colpì maggiormente i presenti fu la sua pettinatura: aveva una vistosa cresta nera di circa dieci centimetri, simile a quella dei mohicani ma a punta, mentre ai lati della testa era completamente rasato. I suoi occhi erano castani, di una tonalità molto scura, e sul collo era visibile ciò che rimaneva della maschera, uno strato bianco con un leggero rigonfiamento all'altezza della gola e dall'aspetto squamoso, come la pelle dei rettili. Sebbene l'arrancar avesse tenuto nascosta la sua presenza fino all'ultimo, stranamente rimase immobile quando fece la sua comparsa, sembrava più interessato ad osservare chi aveva di fronte. Intuendo però che quella era solo una fase d'attesa, il tenente ordinò al resto del gruppo di mettersi al riparo, mentre estraeva la sua spada dal fodero. Appena quest'ultima si mise in guardia, anche il nuovo arrivato si preparò al combattimento, afferrando con molta tranquillità l'arma che teneva alla cintola. Quel comportamento così prudente era assai sospetto, era rimasto fin troppo calmo secondo Matsumoto, ma ad un certo punto l'arrancar prese la parola. «Chi di voi è l'esorcista?» domandò, gettando una veloce occhiata al terzetto che nel frattempo si era posizionato sotto la tettoia. «E tu chi diavolo sei?» replicò il tenente. «Vuoi sapere il mio nome? Sono Leandrio Delacrullier. Ma adesso dimmi chi di quei due è l'esorcista!» «Perché ti interessa?» Temendo che fosse il suo obiettivo, Matsumoto fece un passo di lato, mettendosi a metà strada tra lo spadaccino e il monaco. In quella posizione avrebbe impedito qualsiasi tentativo del suo avversario di attaccare il monaco. «E' per caso quello vestito di scuro o quello rosso?» continuò l'arrancar, con aria dubbiosa. «Perché lo stai cercando?» «Perché ho ricevuto un ordine ben preciso su di lui: per noi è diventato intoccabile, almeno per il momento... che noia! Però questo è l'unico vincolo che mi hanno dato.» Sentendo quelle parole, il tenente si sentì sollevata, almeno in parte. Per il momento il Kater era fuori pericolo, ma allo stesso tempo temeva quali fossero le vere intenzioni dell'arrancar. «Se il tuo obiettivo non è lui, allora perché sei qui?» A quella domanda sul volto del giovane spadaccino comparve un leggero sorriso. «Semplice, per divertirmi! Non sai da quanto aspetto un'occasione del genere!» Prendendo l'iniziativa, l'arrancar scattò in avanti e in un lampo si ritrovò di fronte allo shinigami, che d'istinto parò il primo fendente avversario. Le due lame rimasero incrociate a lungo, in quella prova di forza, finché ad un certo punto lo spadaccino vestito di bianco fece un balzo all'indietro, mettendo qualche metro tra sé e Matsumoto. Anche se il duello era appena iniziato, Leandrio sembrava entusiasta di aver trovato un avversario di quel calibro e con un gesto della mano invitò lo shinigami a farsi avanti, per continuare lo scontro. Da quel momento in poi i due spadaccini, sfruttando tutto lo spazio presente in giardino e anche oltre, si scambiarono diversi fendenti e col passare del tempo divenne palese che tra i due si era creato una situazione di stallo. Sebbene l'arrancar fosse molto veloce nei movimenti, aiutato sicuramente dal suo fisico minuto, non era però in grado di cogliere impreparato il tenente di Hitsugaya, che dalla sua parte aveva più esperienza nei combattimenti ravvicinati. Inoltre, osservando il duello dall'esterno, si aveva l'impressione che Leandrio fosse più interessato a creare scompiglio che a sconfiggere Matsumoto, come quando sfondò un muretto di mattoni per far perdere l'equilibrio al suo avversario: l'unico risultato che ottenne fu provocare tanto rumore, spargendo frammenti per tutta la strada adiacente il giardino. Impressionato da quello che stava accadendo, l'esorcista per tutto il tempo rimase senza parola, mentre vedeva duellare i due spadaccini ad un ritmo per lui impressionante. Solo dopo qualche minuto finalmente riprese a parlare, rivolgendosi ad Orihime con aria sbalordita. «Ma... chi è quel tizio vestito di bianco? Lo conoscete?» «E' un arrancar» rispose la ragazza, anche lei seguendo il combattimento con la coda dell'occhio. «Un che?» esclamò Jong. A differenza del Kater, il cinese era quasi affascinato da quel duello, nonostante la tensione presente. Fu la stessa Orihime a dargli una risposta. «Per dirla in parole povere, si tratta di un Hollow di alto livello, ben più forte del Menos che il signor esorcista ha incontrato qualche notte fa.» «Merda! Di male in peggio!» «Ma sei sicura che sia così pericoloso?» intervenne l'esorcista. «Ha un aspetto così umano...» «Sì, sicurissima. Non so perché sia venuto qui, ma per nostra fortuna Matsumoto lo sta tenendo lontano da noi.» «Già, se la sta cavando veramente bene. Ma dovremmo fare qualcosa per aiutarla, non mi piace rimanere con le mani in mano!» «Hai già in mente qualcosa, Jong?» domandò il monaco, notando lo sguardo severo del suo assistente. Lo frequentava da così tanto tempo che ormai i due si intendevano al volo, al Kater bastò vedere la sua espressione per capire che stava progettando un piano. «Se riesco ad essere abbastanza veloce, potrei piazzare alcuni sigilli nel giardino, usando il perimetro come base. Ad occhio, credo che dovrebbero bastare, o almeno lo spero.» «Sigilli?» chiese Orihime dubbiosa. «Per formare una barriera» spiegò l'esorcista. «Non so quanto possa resistere, vista la forza l'abilità di quell'arrancar, ma è sempre meglio di niente! Se abbiamo un po' di fortuna, potremmo anche intrappolarlo per un paio di minuti... Jong, mi raccomando: sii prudente!» «Come sempre!» Dopo aver controllato di avere tutto il necessario, il cinese uscì dalla tettoia e proseguì verso l'angolo più vicino della palizzata, cercando di rimanere il più lontano possibile dal duello tra i due spadaccini. Recitando le formule di rito, vecchie di chissà quanti anni, Jong applicò un paio di sigilli di carta ai due lati e subito dopo si preparò a ripetere l'operazione con l'angolo alla sua sinistra. Sempre cercando di non perdere l'occhio lo scontro nel giardino, i cui movimenti era repentini e imprevedibili, l'assistente si preparò per fissare i successivi sigilli, ripetendo i gesti fatti in precedenza. Quando finì anche con quell'angolo, Jong decise di fermarsi per qualche secondo, osservando com'era la situazione attorno all'emporio di Urahara. Nonostante avesse tolto lo sguardo solo per pochi secondi, il cinese aveva perso di vista i due spadaccini, ma in sottofondo riusciva ancora a sentire lo stridio causato dalle loro lame, che riecheggiava alle spalle del negozio. Non perdendo altro tempo, Jong riprese la sua corsa lungo il perimetro della palizzata, gettando stavolta un'occhiata verso l'esorcista e Orihime. Entrambi lo stavano fissando con occhi speranzosi, mentre fu subito visibile l'agitazione della ragazza per l'assistente del Kater: era immobile e ammutolita. Al contrario l'esorcista, agitando le braccia, incitò il cinese a proseguire con la sua tattica. Proseguendo la sua corsa verso il terzo angolo, Jong in breve tempo sparì dietro il negozio di Urahara, continuando a mantenere un passo sostenuto. Rimase il più vicino possibile alla palizzata, ma ad un certo punto il cinese intravide un'ombra allungarsi accanto a sé, che col passare del tempo divenne sempre più nitida. Appena alzò lo sguardo in alto, rimase così sorpreso che ciò che vide che si fermò di colpo, quasi inciampando per la brusca frenata. Non riusciva a credere ai suoi occhi, di fronte a lui era apparso l'arrancar con la cresta, che in un batter di ciglio lo aveva raggiunto e persino superato. Lo scatto di Leandrio era stato così fulmineo che aveva preso di sorpresa anche la stessa Matsumoto, incredula nel vedere che l'arrancar aveva abbandonato il duello senza preavviso. Nonostante avessero altezza e corporatura simili, Jong capì di essere in netto svantaggio, di fronte a lui c'era un avversario fuori dalla sua portata, sotto ogni punto di vista. Lo spadaccino in bianco lo osservò con aria minacciosa, solo lievemente compiaciuto nel constatare che il cinese era in preda al panico: i suoi occhi era colmi di terrore, sebbene l'assistente del Kater tentasse di mantenere la calma. «Sei tu quello che si aggirava per il giardino, vero?» accusò Leandrio, con un tono di voce stranamente infastidito. Jong, cercando di non farlo arrabbiare più di tanto, si limitò a rispondere di sì con un cenno del capo. L'arrancar fece quella domanda perché, durante il duello, avevano notato qualcuno muoversi nel suo raggio d'azione, rovinando, a suo giudizio, il bel duello che stava facendo con lo shinigami. Non aveva capito che il cinese stava preparando una trappola ai suoi danni, ma la sua sola presenza nei paraggi bastò per mandarlo su tutte le furie, per lui Jong era solo un inutile distrazione. «Ora che ci penso...» continuò l'arrancar, prendendosi qualche secondo per riflettere. «Mi è tornato in mente un dettaglio sull'esorcista: è straniero! Tu, invece, hai dei tratti molto familiari e ciò può significare solo una cosa...» Impaurito da quelle parole, il cinese fece un passo all'indietro, cercando di guadagnare un leggero vantaggio su Leandrio. Quest'ultimo però, stranamente, non reggeva la spada come durante il duello con lo shinigami, ma bensì con una sola mano e con la lama rivolta verso il basso. Un atteggiamento insolito, ma Jong temeva che avesse altro per la testa e infatti poco dopo l'arrancar lanciò un urlo, in preda alla rabbia. «Sei inutile!!!» Con un veloce movimento della gamba destra, Leandrio eseguì un calcio così rapido che il cinese non poté far nulla per reagire, quando venne colpito all'altezza dello stomaco. Sebbene non avesse usato tutta la sua forza fisica, il gesto dell'arrancar fu così violento che Jong fu letteralmente scaraventato all'indietro per diversi metri, finendo la sua caduta vicino all'entrata del negozio. Quando il corpo del cinese si fermò, immobile, in mezzo i fili d'erba, Orihime e Kater lo osservarono spaventati e senza parole, sembrava che l'assistente dell'esorcista fosse stato colpito da una cannonata. Anche Matsumoto non rimase indifferenza davanti a quella scena, sebbene avesse visto solo la parte iniziale, ma ciò che la mise in allerta fu il successivo comportamento di Leandrio. Il suo avversario, dopo essersi sfogato, tornò a concentrarsi sullo shinigami e lo invitò a riprendere il duello che lui stesso aveva interrotto. «Senza più fastidi, ora posso divertirmi come si deve!» commentò. Era incredibile quanta insensibilità stava dimostrando nei confronti di Jong, ma quello non era l'unico particolare che Matsumoto stava tenendo d'occhio di quell'arrancar. Infatti il tenente aveva notato, durante il combattimento, che il suo avversario era molto immaturo e allo stesso tempo tendeva ad irritarsi molto facilmente, come quando lo prese in giro perché aveva abbattuto un muretto mancandola. Temeva che potesse perdere del tutto la testa e combinare qualche sciocchezza, come aggredire l'esorcista anche se gli era stato ordinato di non farlo. Nel frattempo, in preda all'agitazione, Kater e Orihime si precipitarono per prestare il primo soccorso a Jong, inginocchiandosi per osservarlo da più vicino. Respirava a fatica e il dolore era così intenso che aveva la schiena incurvata verso l'interno, trattenendo le urla a denti stretti. L'esorcista capì subito che le condizioni del suo assistente erano gravi, la leggera rientranza nel torace indicava che alcune costole erano spezzate, e non poté far altro che parlargli, nel tentativo di mantenerlo cosciente. Poco dopo si voltò verso Orihime e sono in quel momento si accorse che la ragazza si stava concentrando, ripetendo a bassa voce la stessa frase. Poi, nel giro di un attimo, l'esorcista prima intravide il fermacapelli di Orihime brillare e subito dopo comparve sopra il corpo di Jong una specie di barriera arancione, che lo coprì completamente. «Cosa stai facendo?» domandò Kater, un po' perplesso. «Stia tranquillo, lo sto guarendo» rispose semplicemente la ragazza. Il monaco, non potendo fare altro, si limitò a commentare: «Speriamo bene!» La cura proseguì indisturbata per qualche secondo, ma all'improvviso il rimbombo di una caduta fece girare la testa a coloro che stavano accanto al corpo del cinese. Con molta sorpresa, entrambi videro l'arrancar per terra, più o meno dei pressi dell'angolo in cui Jong aveva affisso i primi sigilli. Nonostante la botta subita, in seguito ad un probabile attacco di Matsumoto, Leandrio si rialzò in piedi e in maniera frettolosa si pulì le maniche del vestito, sporche di terra. Fu durante quell'operazione che notò l'esorcista e Orihime vicino al corpo di Jong e immediatamente la sua attenzione cadde su di loro, lasciandosi nuovamente alle spalle lo scontro con lo shinigami. «Ehi, che state facendo voi due?» urlò, lanciando un'occhiataccia verso la loro direzione. «Oh, cielo!» esclamò il Kater. «Quel pazzo non vorrà mica attaccarci? Jong è ancora troppo dolorante per muoverlo, che possiamo fare?» A quel punto Orihime, sebbene la paura iniziale, si alzò e puntò lo sguardo verso l'arrancar, concentrandosi nuovamente per usare il suo potere. Togliendo la barriera che aveva posto sull'assistente del Kater, stavolta la ragazza la mise davanti a sé, formando un triangolo che coprì sia lei che i due ragazzi alle sue spalle. Leandrio non sembrò per nulla intimorito da quella scena, anzi, la trovava interessante. «Pensi veramente che quella barriera possa resistere a lungo?» domandò, in maniera ironica. Aveva preso la mossa di Orihime come una provocazione e aveva tutta l'intenzione di mettere alla prova la tecnica della ragazza. Matsumoto intuì che l'arrancar stava per aggredire la sua amica, ma stavolta gli avrebbe impedito di agire in quel modo. «Tu non vai da nessuna parte! Sono io il tuo avversario!» urlò, gettandosi verso di lui. A differenza del precedente attacco, Leandrio riuscì a schivare lo shinigami, appoggiando i piedi sulla palizzata, e con una spinta lo scavalcò senza problemi, correndo in direzione di Orihime. La raggiunse in una frazione di secondo, fermandosi a pochi centimetri dalla sua barriera e ciò fece sussultare la ragazza, che però rimase concentrata nel mantenere la sua unica difesa. Cercando di assisterla, l'esorcista prese la bottiglietta con l'acqua santa e si preparò ad usarla. Era consapevole che non aveva granché per sostenere la ragazza, ma di sicuro il coraggio non gli mancava. Non aspettando oltre, l'arrancar decise di rompere la barriera di Orihime e per farlo lasciò momentaneamente la spada per concentrare tutta la sua forza nel pugno destro. Con uno scatto disperato, Matsumoto tentò di impedire quel gesto, ma intervenne troppo tardi. La barriera si disintegrò in mille pezzi, la maggior parte dei quali si sollevarono in aria, assieme ad alcune gocce d'acqua, ciò che rimaneva del getto scagliato dal Kater contro l'arrancar. Vista da fuori, sembrava che Leandrio avesse abbattuto la difesa di Orihime con facilità, ma in realtà non fu così. Dovette usare gran parte delle sue energie per liberarsi della barriera, ma alla fine l'arrancar si sentì soddisfatto per il risultato ottenuto. Incredibilmente Kater e Orihime ne uscirono illesi da quel colpo, ma il loro stupore aumentò quando videro in faccia Leandrio, che per qualche secondo rimase immobile. Senza alcun motivo, il sorriso compiaciuto dell'arrancar scomparve dal suo volto e di colpo iniziò ad urlare, con tutta la voce che aveva in corpo. Poi cadde in ginocchio e con forza si afferrò la mano destra, che risultò essere ustionata. Non era ben chiaro cosa fosse successo, ma alla fine fu l'esorcista a trovare una spiegazione abbastanza valida. Quando lanciò l'acqua santa contro l'arrancar, molto probabilmente è stata assorbita dalla barriera di Orihime, che una volta distrutta ha ustionato Leandrio. Non c'era da sorprendersi quindi se l'acqua santa avesse un effetto bruciante sugli Hollow in generale, in fondo serviva proprio ad allontanare gli spiriti maligni, ma forse il dato più sorprendente era che i due ragazzi si erano salvati per un pelo dall'attacco dell'arrancar. Si poteva tranquillamente ammettere che quella combinazione era stata assai fortunata. Ancora dolorante per l'acuto dolore alla mano, l'arrancar si mise in piedi e fu subito evidente il suo sguardo furioso, sembrava sull'orlo di perdere la ragione. Matsumoto, appena rinfrancata nel vedere che Orihime e l'esorcista stavano bene, si scagliò contro l'arrancar e lo fece indietreggiare di qualche metro, evitando che potesse aggredire la compagna di classe di Ichigo. Era così instabile che avrebbe potuto compiere qualunque gesto e in quel frangente il tenente fu tentato di usare il potenziamento della sua spada, lo Shikai, per mettere la parola fine a quel duello. Temeva soprattutto che Leandrio potesse usare un Cero senza preavviso, colpendo qualche innocente, ma per sua fortuna non fu necessario. Poco tempo dopo il tenente percepì l'arrivo imminente del suo capitano, insieme al resto della squadra andata in perlustrazione, e ciò mise in allarme Leandrio, che davanti alla prospettiva di affrontare più shinigami preferì alzare bandiera bianca. Stanco e dolorante, riuscì giusto in tempo a scomparire nel buio della notte, nonostante i tentativi di ostacolarlo da parte di Matsumoto. L'arrivo di Hitsugaya nel giardino fu salutato calorosamente da Kater e Orihime, che si lasciarono andare ad un lungo respiro di sollievo.
Continua...
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